Vangi a Parma

Vangi a Parma

05 Maggio 2007 00:00 - 10 Giugno 2007 03:00

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Portici del Grano e Galleria San Ludovico

E' nella suggestiva ambientazione della Galleria San Ludovico in borgo del Parmigianino che sarà inaugurata a Parma - il 5 maggio 2007 - la personale di Giuliano Vangi. L'iniziativa, che durerà fino al 10 giugno, promossa dal Comune di Parma, è realizzata da Nicola Loi - Studio Copernico, Milano - in collaborazione con Monteverdi Artisa Eventa; l'allestimento è a cura dell'architetto Silvia Salvadego

All'interno dello spazio espositivo, ricavato tra le navate dell'ex chiesa del convento di San Paolo, sconsacrata a seguito delle soppressioni napoleoniche, saranno ospitate diciotto sculture di grandi e medie dimensioni dell'artista toscano, mentre sotto i restaurati Portici del Grano (in piazza Garibaldi) verranno collocate altre cinque opere dal taglio materico e dall'evocazione figurativa. Da Il nodo, scultura in acciaio che raffigura la giovanile corsa verso il futuro di una moderna coppia che si tiene per mano, alla Figura nel paesaggio realizzata in travertino; da Donna e albero - in granito ghibli - alle opere laviche Pietra nera e Donna con mani davanti.

Nel foyer del Teatro Regio è inoltre presente il grande bronzo Nudo Femminile.

Il percorso di questa personale di Vangi alla Galleria San Ludovico rappresenta uno sguardo composito e aderente sulla realtà d'oggi, sul nostro presente, una disamina dominata da una visione critica, a tratti tagliente eppure compartecipe, verso il destino attuale dell'individuo e dell'umanità più in generale. Aspetti narrativi, critici e lirici, convivono a formare l'itinerario della mostra, che ospita tra l'altro sculture recenti e inedite. Un itinerario che, prendendo avvio dall'Uomo con le mani in tasca - bronzo, lega di nichel e oro già presentato alla Biennale di Venezia del 1995 - prosegue col legno policromo Uomo vestito di grigio. E' la volta poi dei marmi: Mare, Figura(1990), Donna nel vento, Donna con albero, Donna seduta e tronco, il gruppo di sculture - autentico "Laocoonte" del nuovo millennio - Figure 2000.

Una serie di ritratti ideali, con il loro richiamo al "vero" e a una realtà esistenziale "altra" rispetto alla concretezza virtuale dell'essere, che diventano inni di una bellezza muliebre dai caratteri di volta in volta evanescenti o grotteschi. Come componimento dantesco, l'arte di Vangi si dispone a "cantare" - e a ritrarre - aspetti paradisiaci o "dannati" del mondo contemporaneo. Così nella scultura C'era una volta, drammaticamente tesa a denunciare la violenza e la brutalità sanguinaria dell'uomo-carnefice; in Ares o in Uomo e Animale, dove la bassezza istintuale separa più che unire l'uomo alla natura circostante. Un'altezza negata che si evidenzia sia nel Grande raccontoche nella sofferenza raccolta di Agave. Fino a giungere a sculture recenti come Il vincitore, Caduta dell'angelo in marmo policromo, e la grande terracotta Donna col cappotto dall'impianto preziosamente geometrico.

"Creata fu la materia ch'elli hanno; / creata fu la virtù informante / in queste stelle che 'ntorno a loro vanno" suggella Dante nel VII Canto del Paradiso; ed è matrice caratteristica della "toscanità" di Giuliano Vangi ricostruire attraverso la propria scultura e la propria arte uno specchio tanto virtuoso quanto consapevole, realistico seppure a tratti deformante, della nostra realtà attuale e del mondo che verrà.