Pericle Fazzini
Pericle Fazzini (Grottammare, Ascoli Piceno 1913 - Roma 1987) si forma all'interno della bottega paterna - il padre Vittorio, oltre a essere intagliatore ed ebanista, è proprietario di una grande falegnameria. A sedici anni, il primo deludente approdo a Roma, dove torna l'anno successivo: qui Fazzini studia disegno e scultura ed è attratto soprattutto dal periodo barocco.
Nel 1930 partecipa alla IV Triennale di Milano, collaborando al progetto della "Casa del poeta" firmato dall'architetto Luigi Moretti. La sua formazione artistica avviene principalmente intorno agli anni '30 nell'ambito della Scuola Romana, sviluppandosi in una netta direzione anticlassica - paradigmatico in tale senso è il Ritratto di Ungaretti del 1936, ora alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Le sculture e gli altorilievi che Fazzini realizza in questo periodo cardine della propria esistenza, lavorando quasi esclusivamente il legno in maniera plastica e istintuale, riprendono un'umanità quieta, profondamente distaccata dalla realtà quotidiana e in perenne silenzio. Il suo soggetto preferito è la donna, con ritratti circondati di un arcaico, elegiaco mistero.
Dopo la cesura traumatica del secondo conflitto mondiale, all'inizio degli anni '50 viene allestita a Palazzo Barberini la più ampia mostra antologica sulla sua opera. Nello stesso periodo Fazzini riceve il Premio Einaudi. Alla XXVII Biennale di Venezia del '54, si aggiudica il Primo Premio per la Scultura presentando le sue opere più importanti: dai ritratti degli anni giovanili ai bronzetti e ai grandi bronzi di taglio monumentale.
Nel 1972 Paolo VI gli assegna l'incarico di eseguire una scultura per l'Aula delle Udienze in Vaticano, progettata da Pier Luigi Nervi: nasce così la sua opera più emblematica e sofferta, dedicata al tema della Resurrezione.