Giuseppe Spagnulo
Sull'arte di Giuseppe Spagnulo (Grottaglie - Taranto - 1936) influisce il primo periodo di formazione presso la bottega di ceramica del padre, un'impostazione che proseguirà con la frequentazione dell'Istituto d'Arte di Faenza sotto la guida di Angelo Biancini. Nascono qui le prime composizioni sperimentali con il grès e l'amicizia con Nanni Valentini.
Nel 1959 il trasferimento a Milano, dove si iscrive all'Accademia di Brera e lavora in qualità di assistente negli studi di Arnaldo Pomodoro e Lucio Fontana. In questi stessi anni conosce Tancredi e Piero Manzoni. Verso la metà del '60, nella sua prima personale milanese allestita al Salone Annunciata, presenta - oltre alle terrecotte - sculture in pietra e legno. Saranno questi i materiali elettivi a cui Giuseppe Spagnulo guarderà per l'elaborazione delle proprie opere, insieme al metallo, con il quale nel 1968 realizzerà i primi lavori di grandi dimensioni da installare in ambienti urbani circoscritti ma aperti, forma di protesta contro il mondo contemporaneo e di recupero della funzione sociale dell'arte e della scultura in particolare.
I suoi Ferri generano un velo di fascinazione che li protegge dalla contaminazione; il tempo li colpisce senza intaccarli, lo spazio si frappone come un diaframma concavo, integrandoli e separandoli dal corpo vivo della città. Il fuoco, fiamma alchemica, concede alla mutazione del metallo un senso funzionale, mai compiuto, transitorio eppure "finale".
Nel 1972 Spagnulo è invitato con una sala personale alla XXXVI Biennale di Venezia, una partecipazione che sarà rinnovata nel 1986. Da metà degli anni '70 le sue sculture si ammantano di una nuova verticalità, simbolo ascensionale di vertigine, purezza e distacco. I suoi Paesaggi vengono ospitati nel 1977 in California, al Newport Art Museum. Dall'inizio degli anni '90, Giuseppe Spagnulo insegna scultura all'Accademia di Belle Arti di Stoccarda. Nel 2002, l'opera in acciaio Scogliere viene collocata a Milano-Bicocca dinanzi agli Arcimboldi.