Gio' Pomodoro
Giò Pomodoro (Orciano di Pesaro 1930, Milano 2002) collabora alla rivista il Gesto e - insieme a Dorazio, Novelli, Turcato, Tancredi, Perilli, Fontana e il fratello Arnaldo - partecipa alle esposizioni del gruppo Continuità, presentate da Ballo, Argan e Russoli.
In gioventù, Giò insieme al fratello Arnaldo realizza una serie di oggetti preziosi ("Gruppo 3 P"). Successivamente, la tensione artistica si concentra verso il bronzo, ripiegato su se stesso in ritmi flessuosi e linee avvolgenti che si richiamano a un'intrinseca, elegante e astratta purezza.
Le sue sculture sono costituite da monumentali rilievi dalle vaste superfici che fluttuano (Bandiera di Majakovskij e Grande folla del '66) ovvero, nel periodo successivo, da gigantesche costruzioni in blocchi squadrati di marmo e pietra assemblati a formare architravi per usci virtuali davanti a spazi infiniti, dai quali irrompe repentina la luce solare. Il sole, col suo disco raggiato o meno, è l'elemento iconografico e simbolico a cui si richiama la poetica di Giò.
Dall'immediatezza istintiva del segno/gesto automatico, avviene il transito verso l'organizzazione più razionale dei segni rilevati e in negativo di Fluidità contrapposte esposte nel 1959 alla Documenta II di Kassel. Fino alle opere astratte in bronzo o marmo dove predomina l'influenza del costruttivismo - come in Matrice III di inizio anni '60.
Premiato alle Biennali di Parigi del 1959 e di Venezia del 1962, Giò Pomodoro ha inoltre ricevuto nel 2002 il premio alla carriera dall'International Sculpture Center's Board. Notevole permane l'impatto di opere monumentali e di uso collettivo come la grande Vela installata sul lungomare di Sestri Levante in memoria di Carlo Bo; o l'opera collocata nell'aeroporto milanese della Malpensa nel 1982. Le sue sculture sono tra l'altro presenti all'Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington e nella Collezione Rockefeller di New York; al Museo d'Arte Moderna di Mexico City e allo Yorkshire Sculpture Park di Wakefield, in Inghilterra.