Giacomo Manzu'
La luce impressionista e le cere di Medardo Rosso, nelle cui testimonianze d'opere emergeva la volontà di superare la visione pittorica bidimensionale per approdare alle virtuali tre dimensioni, hanno sicuramente influenzato Giacomo Manzù (Bergamo 1908 - Ardea, Roma, 1991) durante gli anni giovanili.
L'educazione artigianale da autodidatta e la frequentazione saltuaria dell'accademia di Verona, hanno indirizzato i suoi primi studi. Dalla scultura lombarda romanica e gotica a Donatello e all'arte arcaica etrusca, per soffermarsi durante il breve soggiorno parigino intorno all'opera di Maillol e di Degas o al periodo blu di Picasso.
Nel 1930 Manzù si trasferisce a Milano, dove stringe amicizia con Persico, Birolli, Sassu e dove, durante il secondo conflitto mondiale, matura l'impegno civile contro la barbarie nazista.
Nel 1947 Lionello Venturi presenta una sua personale a Palazzo Reale. Alla XXIV Biennale veneziana del '48 gli viene conferito il primo premio per la scultura, ex aequo con Henry Moore.
Dal '49 al '64 sarà impegnato nella lunga e travagliata realizzazione della Porta di San Pietro che, per esplicita volontà del pontefice Giovanni XXIII (anch'egli di origini bergamasche), imposterà sul tema della morte.
Dal '55 al '58 è la volta del portale per la Cattedrale di Salisburgo, incentrata sul tema dell'amore; dieci anni dopo - nel 1968 - la porta del Duomo di Rotterdam dedicata alla pace e alla guerra.
Il suo modellato a tratti morbido e scabro, dialoga con l'incidenza della luce generando ombre e sfumature diverse. I suoi temi, oltre alla serie geometrica ed evanescente dei Cardinali e delle figure femminili, si appunta su nature morte e oggetti di uso quotidiano.
Il 15 ottobre 1964 Giacomo Manzù si ritira nella casa-studio di Ardea, nella campagna romana. Innumerevoli le esposizioni in Italia e all'estero, che lo consacrano come uno dei più significativi scultori del Novecento; nel 1969 inaugura il suo museo situato alle pendici della rocca di Ardea. Nell'89 viene collocata dinanzi al Palazzo dell'ONU di New York una Madre con bambino in bronzo alta sei metri.