Floriano Bodini
Allievo di Francesco Messina all'Accademia di Brera, l'arte di Floriano Bodini (Gemonio - Varese - 1933, Milano 2005) permane fedele a una matrice profondamente realista, ammantata però di modernità e di ricerca psicologica anche in direzione espressionista. La sua scultura associa una vibrante figurazione a una scrittura simbolico-geometrica che si avvale di linee sinuose e segni arcani.
Negli anni '50, insieme a Guerreschi, Vaglieri, Romagnoni, Ceretti, Ferroni e Banchieri, Bodini è uno dei principali protagonisti di quel gruppo di giovani artisti milanesi - una delle ultime, più autentiche espressioni culturali del Novecento in Italia - definito Realismo esistenziale.
Nel 1964 esce la prima monografia a lui dedicata, firmata da Luciano Bianciardi e Duilio Morosini.
Nel 1977 ottiene la cattedra di tecnica del marmo all'Accademia di Brera; nel '78 quella di scultura all'Accademia di Carrara di cui è direttore fino all'87 e, dal '91, presidente. Lascia l'insegnamento a Carrara per assumere la cattedra di scultura al Politecnico di Darmstadt.
In Germania, avvia dal 1969 un ciclo espositivo in musei e istituzioni pubbliche. Tra le principali opere di Bodini, la scultura dedicata a Paolo VI.
Prestigiosi riconoscimenti costellano la sua carriera, tra cui - nel 1977 - il Premio Presidente della Repubblica per la Scultura conferito dall'Accademia di San Luca.
Nel 2000, viene inaugurato a Gemonio il Museo Civico a lui intitolato.
Bodini è stato lo scultore delle colombe (simbologia di pace e di distacco, di volo dalla realtà), della ritrattistica papale e delle fanciulle in fiore di proustiana memoria, ma è stato anche il cantore della negritudine, delle contraddizioni e delle metafore di un'esistenza sempre più oggettuale e sempre meno soggettiva, in senso strettamente psicologico e modernamente estraniante.