Bruno Ceccobelli
Bruno Ceccobelli, nato nel 1952 a Todi, frequenta l'Accademia di Belle Arti a Roma; al compimento del ventesimo anno, nel 1972, la prima esperienza espositiva alla galleria romana Spazio Alternativo.
La sua ricerca artistica, caratterizzata da una cifra iniziale di tipo tendenzialmente concettuale, raggiunge un'astrazione pittorica che, anche attraverso il recupero del ready-made di ascendenza dada - in una versione a tratti carica di singolare humour critico - e la manipolazione dei mezzi espressivi più tradizionali, approda a un arcano simbolismo spirituale.
Dopo la prima collettiva in Austria, partecipa al principio degli anni '80 a Parigi alla Biennale des Jeunes. Nel 1983 espone da Salvatore Ala a New York. Il 1984 è l'anno della partecipazione alla Biennale di Venezia nel settore "Aperto"; alla rassegna veneziana torna nell'edizione successiva ospite della sezione "Arte e Alchimia": definizione classificatoria che in parte condensa gli elementi grammaticali della propria poetica artistica.
Agli inizi degli anni '90 è presente alla Hilger Galerie di Francoforte e, in progressione, a Vienna e Basilea.
Nel 2002 celebra i vent'anni di attività espositiva in Olanda con una personale alla Galleria BMB. L'anno dopo viene pubblicata una silloge di suoi scritti, dal titolo Color Bellezza; dello stesso periodo è l'esposizione Classico Eclettico - altri termini qualificativi che lo contraddistinguono - allestita al Museo Archeologico di Villa Adriana a Tivoli.
Nel 2004 realizza a Gibellina il mosaico L'eternità è la vera medicina, basato su una concezione umana e cronologica essenzialmente atemporale.
Dal 2005 è direttore dell'Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci" di Perugia e pubblica, per i tipi dell'Editore De Luca di Roma, il volume Tempo senza Tempo della pittura.
Fondamentale è nelle sue opere la prevalenza di metafore simboliche, di sviste linguistiche che conducono il riguardante verso la cognizione di una verità storica e una grammatica del visibile aderente alla contemporaneità ma, perciò stesso, mitica e priva di coordinate temporali certe.