Yoshio Okuyama
La scultura di Yoshio Okuyama (Hokkaido 1959) rappresenta un costante colloquio con la natura considerata come un'immensa eppure circoscritta forza creatrice, in cui gli elementi che la compongono si evidenziano isolandosi e combinandosi in un continuo, perenne divenire. La purezza ancestrale del marmo, attraversata a volte da una venatura che concentra in sé il riflesso opaco di un raggio altrimenti luminoso, si solidifica generando superfici concave o valvari, stele aghiformi delicatamente traforate da un principio femminile etereo che le avvicina, allungandole in un punto vagamente indefinito, alle sfere astratte - e altrettanto vagamente ellissoidi - del cielo.
Accanto a queste opere che già nelle loro intitolazioni si richiamano alla rinascenza ciclica della vita, alle foreste dell'essere e ai tramonti autunnali nelle stagioni dell'uomo, pare di avvertire la voce mai stanca di Bashô intonare o sussurrare: "La notte di primavera è finita".
Da segnalare le mostre personali di Yoshio Okuyama in Giappone nelle città di Akabira e Takikawa, organizzate nel biennio 1993 e 1994.
Molte sue sculture di impianto monumentale sono collocate in prestigiosi spazi pubblici e privati di varie località nipponiche, tra cui l'opera del 1996 Sunshine - in marmo bianco di Carrara - nel parco nazionale del lago Toya Shikotsu. La scultura in bronzo collocata nel 2000 - in occasione dei campionati mondiali di calcio - allo stadio di Sapporo; e l'opera in granito posizionata nel 2001 al Ministero del Lavoro e del Welfare di Wako, in Giappone.
Yoshio Okuyama da anni vive e lavora in Italia.